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작성자 Matthew
댓글 0건 조회 58회 작성일 23-03-17 19:00

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Animatore professionale socio-educativo, Animatrice professionale socio-educativa.
L’ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO promuove la crescita personale, l’inserimento e la partecipazione sociale , accompagna i gruppi, le comunità e le singole persone a sviluppare le potenzialità ludiche, culturali, espressive, relazionali .Tra gli aspetti caratterizzanti la sua attività vi sono: l’ideazione, l’organizzazione e la gestione di interventi educativi, sociali e culturali rispondenti ai bisogni individuali; l’ organizzazione di luoghi di socialità; la consulenza personale ; la mediazione dei conflitti , in tutti gli ambiti in cui è possibile favorire l’incontro tra persone e gruppi e far crescere le loro capacità di partecipare attivamente alla vita sociale.
L’ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO a differenza dell’Educatore Professionale non può operare in progetti e servizi educativi e riabilitativi in ambito socio-sanitario rivolti a persone in difficoltà: minori, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani.
Quali norme regolano la professione.
La professione dell’ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO nella Regione Piemonte è disciplinata dalla L. R. n. 1 del 2004 "Norme per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento" (art.32).Altre norme che regolano il settore sono:
Decreto legislativo 112/1998: introduce l’espressione "professioni sociali" Legge Quadro 328/2000: riforma del comparto sociale.
Livello EQF.
VI livello del Quadro Europeo delle Qualifiche, corrispondente al primo ciclo dei titoli accademici.
VII livello del Quadro Europeo delle Qualifiche, corrispondente al secondo ciclo dei titoli accademici.
Che cosa fa.
Analizza i bisogni del territorio.
attraverso analisi di studi e confronti con gli attori sociali.
Progetta servizi ed interventi.
volti a soddisfare i bisogni individuati.
gli interventi educativi pianificando le attività attraverso il confronto con il committente.
Realizza attività educative.
rivolti a target differenti.
producendo la documentazione richiesta dal committente.
Valuta l’intervento educativo.
dal progetto al servizio erogato, in base agli obiettivi posti in fase di progettazione.
Attiva reti territoriali.
facendosi portavoce dei bisogni.
Dove lavora? Ambienti e organizzazione.
L’ ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO può lavorare in.
Luoghi di animazione per bimbi e ragazzi.
ludoteca, spazio gioco, spazio famiglia, babyparking, nido d’infanzia, nido familiare/micronido, centro estivo, centro incontro giovani, laboratorio extra scolastico.
Luoghi di animazione per anziani.
centro/residenza per anziani, casa di riposo, comunità diurna/comunità alloggio, soggiorno estivo.
Luoghi di animazione territoriale e promozione socio-culturale.
servizi di agenzia di sviluppo territoriale e di centro di quartiere, centro culturale, ente di promozione culturale, museo, centro aggregazione giovanile, centro di animazione territoriale.
Le strutture in cui l’ ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO opera possono essere pubbliche, private e del terzo settore, residenziali e semi residenziali, preposte a sviluppare attività di vita comunitaria sia occasionale sia permanente , con finalità preventiva e di integrazione sociale. In particolar modo si annoverano tra gli altri: centri gioco, centri per le famiglie, centri di promozione territoriale di quartiere, centri culturali ed interculturali, centri o residenze per gli anziani, musei, biblioteche, scuole, residenze protette, centri di cura.
In strutture residenziali o semi-residenziali l’ ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO solitamente lavora in team e risponde al responsabile della struttura. Il suo tempo lavoro può essere organizzato in turni anche notturni . Nel caso di progetti educativi sul territorio gli orari sono più flessibili e beneficia di un livello di responsabilità e autonomia maggiori , riferendo comunque al coordinatore di progetto o al responsabile del servizio.
Quali sono le condizioni di lavoro?
L’ ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO svolge la propria attività solitamente come socio lavoratore – con contratto di lavoro a tempo indeterminato – in cooperative sociali, ma a volte può intraprendere la carriera in qualità di lavoratore autonomo aprendo la Partita IVA. Per progetti non riconducibili alle attività in strutture residenziali o semi-residenziali, si fa ricorso a contratti a termine , mentre le figure che ricoprono ruoli dirigenziali o amministrativi godono di maggiore stabilità occupazionale. Lo stipendio base può variare dai 16 e i 25 mila euro lordi annui , in base all’anzianità.
L’orario di lavoro dipende dal tipo di attività realizzata in relazione all’utenza coinvolta. Generalmente, l’ ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO deve essere disposto a svolgere attività di diversa natura, sia rivolte all’utenza sia di tipo amministrativo. Opera in ambienti organizzativi in cui solitamente le mansioni e i ruoli non sono rigidamente definiti e possono variare in base al tipo di utenza e al tipo di intervento che si realizza. Per tale motivo, l’approccio al lavoro dovrebbe essere improntato alla disponibilità e alla flessibilità operativa e connotato da un’elevata motivazione personale.
In questa area di professionalità, per le criticità che si possono incontrare nelle relazioni con gli utenti, il turn over può risultare elevato .
L’ ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO svolge le propria attività in modo integrato con altre figure professionali coinvolte nel servizio erogato.
Attività e competenze.
Analizza i bisogni del territorio.
analizzare la domanda della Pubblica Amministrazione (gara d’appalto o richiesta diretta di prestazione) rilevare le fonti istituzionali come Osservatori culturali e sulle politiche giovanili, dati statistici ed anagrafici, piani di zona e le iniziative presenti sul territorio come ricerche, progetti, attività reperire ricerche, articoli, saggi utili all’aggiornamento continuo promuovere e coordinare ricerche qualitative e quantitative sulle politiche locali rilevare informazioni, giudizi, suggerimenti e valutazioni presso gli stakeholders (utenti, cittadini, famiglie, associazioni, colleghi, istituzioni, ecc.) evidenziare , a partire dall’analisi delle fonti e dall’elaborazione dei dati, i bisogni espressi e potenziali del territorio mappare risorse presenti o attivabili sul territorio (servizi, associazioni, volontariato sociale, ecc.)
Mappa dei bisogni territoriali definita.
Progetta interventi ed azioni.
progettare attività culturali, interculturali, educative; progetti di animazione territoriale; servizi rivolti a famiglie, giovani, anziani, disabili definire il progetto d’intervento per gruppi di persone, ambiti di intervento e singoli eventi sperimentare soluzioni e modelli innovativi di servizi e strumenti di lavoro stimare e reperire le risorse necessarie per la realizzazione dei progetti e degli interventi effettuare tutte le procedure amministrative e gli adempimenti formali necessari all’affidamento di un appalto di servizio costituire l’equipe di lavoro creare o predisporre strutture atte ad accogliere i destinatari del servizio definire il PEI (Progetto Educativo Individuale), che contiene data, referente educativo, obiettivi, vincoli, tempi di verifica, risorse, contesti di intervento.
Contratto di affidamento del servizio.
Piano di lavoro approvato ed équipe di lavoro costituita.
Realizza attività educative.
organizzare interventi di animazione e socializzazione all’interno di strutture e sul territorio animare incontri culturali e interculturali favorire e sostenere la relazione tra persone e gruppi mediare e gestire conflitti organizzare interventi formativi/informativi di prevenzione rivolti al territorio (scuole, consultori…) per genitori, insegnanti, volontari, minori, disabili; attivare e gestire servizi di aggregazione e socializzazione per giovani, disabili, anziani e famiglie all’interno di strutture e sul territorio; predisporre e coordinare servizi ed attività culturali nel territorio (mostre, convegni, spettacoli, feste pubbliche di quartiere) predisporre e coordinare servizi volti al recupero e alla valorizzazione del territorio.
Intervento educativo realizzato, risposta al bisogno rilevato, comunicazioni al committente sull’andamento dell’intervento.
partecipare alla produzione della documentazione necessaria alla dimostrazione della presa in carico dell’utente e della effettiva realizzazione dell’intervento.
Documentazione relativa alla rendicontazione redatta e controllata.
Valuta l’intervento educativo.
monitorare l’andamento del progetto e l’efficacia delle azioni intraprese verificare , insieme all’equipe, il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati sul singolo caso in carico modificare e adeguare metodi e strumenti in base alle risposte dell’utenza.
Intervento educativo valutato.
Report di fine progetto.
Attiva reti territoriali.
monitorare l’andamento del progetto e l’efficacia delle azioni intraprese verificare , insieme all’equipe, il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati sui destinatari dell’intervento modificare e adeguare metodi e strumenti in base alle risposte dei destinatari.
Rete territoriale attivata.
Quali conoscenze è necessario avere?
Conoscenze specialistiche.
elementi di pedagogia interculturale elementi di pedagogia speciale elementi di andragogia metodi dell’intervento socio-educativo metodologie di valutazione interventi in area socio-educativa normativa per il funzionamento delle strutture socio-educative rete territoriale dei servizi sociali elementi di budgeting e fund raising tecniche di organizzazione di eventi culturali.
Conoscenze generali.
pedagogia sperimentale pedagogia generale psicologia sociale normative in ambito sociale metodi di ricerca educativa tecniche di comunicazione assertiva tecniche di gestione del conflitto tecniche di Project Management.
Che cosa deve saper fare?
Abilità specialistiche principali.
Applicare tecniche di analisi dei bisogni dell'utenza Applicare tecniche di progettazione educativa per definire interventi socio-educativi Applicare metodi di presa in carico della relazione educativa Applicare tecniche di animazione in ambito socio-educativo con diversi tipi di utenza Applicare modalità di coinvolgimento degli attori territoriali: famiglie, servizi, sponsor Applicare tecniche di Fund Raising.
Abilità generali principali.
Applicare tecniche di Project Management Applicare metodologie di definizione di piani di comunicazione Applicare tecniche di coordinamento di gruppi di lavoro e di gestione delle dinamiche di gruppo Applicare tecniche del lavoro di rete Applicare tecniche di ricerca (dati/informazioni/notizie) Applicare metodi di ricerca in campo socio-educativo Applicare tecniche di verifica degli interventi socio-educativi.
Quali comportamenti lavorativi deve sviluppare?
Collaborazione-Cooperazione.
lavorare in modo costruttivo e in sinergia per il raggiungimento degli obiettivi comuni, condividere progetti, informazioni e risorse.
Creatività.
ricercare soluzioni originali ed efficaci, approcciare in modo creativo i problemi di lavoro, tentare soluzioni non convenzionali, sviluppare un ambiente favorevole all’innovazione.
Flessibilità-Adattabilità.
modificare comportamenti e schemi mentali in funzione delle esigenze del contesto lavorativo, sapersi adattare ai cambiamenti e alle emergenze, lavorare efficacemente in situazioni differenti e/o con diverse persone o gruppi.
Orientamento al cliente/utente.
anticipare, riconoscere e soddisfare le esigenze del cliente interno/esterno e predisporre soluzioni personalizzate, efficaci e soddisfacenti dal punto di vista della qualità del servizio reso.
Percorso formativo formale.
La professione dell’ANIMATORE PROFESSIONALE SOCIO-EDUCATIVO nella Regione Piemonte è disciplinata dalla L. R. n. 1 del 2004 "Norme per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento" (art.32), che prevede la frequenza di corsi di formazione professionale attivati dalla Regione.
Percorso formativo consigliato.
Informazioni.
Ascolta i consigli di Don Luigi Ciotti , Presidente del Gruppo Abele.
Volumi.
Brandani W., Tomish M. 2005, La progettazione educativa. Il lavoro sociale nei contesti educativi , Carocci, Roma.
Demetrio D., 1999, Educatori di professione. Pedagogia e didattica del cambiamento nei servizi extra-scolastici , La Nuova Italia, Firenze.
Facoltà di Scienze della Formazione di Torino, Servizio di Orientamento e Placement, Faccenda L. e Libanoro M. (a cura di), 2003, Le prospettive professionali dei laureati in Scienze dell’Educazione. Ricerca di follow-up occupazionale sui laureati dell’Università di Torino , Torino.
Maccaro D., 2005, Le nuove professioni educative. La didattica nei servizi socio-culturali e assistenziali , Carocci, Roma.
Rei D., Maurizio R. (a cura di ), 1991, Le professioni sociali , Torino, Edizioni Gruppo Abele.
Srf, 2005, L’educatore socio-culturale. Una ricerca sulle prospettive occupazionali nell’area dei servizi alle famiglie, dei servizi culturali e turistici e dell’animazione sociale , Torino.
Taronna P. (a cura di), 2003, Isfol Orienta, Area Attività Associative, studio di area, Franco Angeli.
L’animatore sociale: come diventarlo, quali sbocchi professionali ha e quanto può guadagnare.
Esistono profili professionali per i quali assumono importanza non soltanto i titoli di studio acquisiti, ma anche le cosiddette soft skills . Quest’inglesismo è comunemente utilizzato per fare riferimento a quel complesso di peculiarità caratteriali, intrinseche alla nostra persona o sviluppate con l’esperienza, che ci permettono di aprirci agli altri, di empatizzare con il prossimo, e di essere in grado di gestire ottimamente ogni eventuale situazione di stress.
Chi è l’animatore sociale.
Tra le molteplici tipologie lavorative per le quali le soft skills rappresentano un corredo irrinunciabile, rientra anche quella dell’animatore sociale. Talora erroneamente confuso con quello turistico, l’animatore sociale si distingue non soltanto per essere un professionista della comunicazione a fini dell’ intrattenimento, ma anche per avere la capacità di favorire la socializzazione dei componenti di un gruppo o dei singoli individui. Se è limitativo pensare all’animatore sociale quale presenza esclusiva e caratterizzante delle estati in villaggio, parimenti lo è reputare tale professionista come capace di relazionarsi soltanto a bambini e ragazzi. L’animazione sociale è molto di più: è finalizzata alla progettazione e gestione di attività ludiche ed educative con l’intento di favorire il benessere psico-fisico del prossimo, a prescindere dall’età.
Come diventare animatore sociale.
Premessa necessaria: l’animatore sociale non è un lavoro per chiunque, non un lavoro che può essere svolto contando unicamente sulla buona volontà. Essendo una tipologia di impiego che prevede il continuo contatto con gli altri, è particolarmente adatta a chi possiede un carattere solare, volto alla socialità e all’espansività. Se si beneficia di queste doti, allora si è già a buon punto e ci si può legittimamente interrogare circa i passi da compiere per abbracciare questa carriera. Cardine del percorso professionale è il corso di formazione per animatori sociali. Solitamente indetto su base regionale, a tale corso possono partecipare i soggetti maggiorenni in possesso di un diploma di Scuola Media Superiore. Le lezioni sono strutturate al fine di agevolare l’acquisizione delle nozioni relative alle seguenti materie:
Sociologia; Pedagogia; Psicologia; Didattica; Anatomia e nozioni di pronto soccorso.
È talvolta prevista anche la trattazione di temi specifici riguardanti la creatività (teatro, disegno, scrittura creativa), e l’attività artistico – motoria ( clownterapy ). Di durata generalmente biennale, crypto trade copy il corso si conclude con un tirocinio, al termine del quale ogni partecipante dovrà produrre una tesina e sostenere un esame. Concluso il percorso con esito favorevole, il corsisita riceverà un attestato spendibile in tutti i paesi dell’Unione Europea.
Sbocchi professionali dell’animatore sociale.
L’animatore sociale è un professionista sempre più richiesto laddove c’è esigenza di soddisfare i bisogni di coloro i quali non possono godere dei benefici della socialità. Grazie alle clownterapy , alla musicoterapia, all’abilità nel solleticare le capacità creative, l’assistente sociale è in grado di favorire il benessere psico-fisico sia dei bambini che degli adulti. In quanto tale, egli potrà lavorare sia in strutture pediatriche che geriatriche, siano esse a carattere pubblico o privato. In particolare, quattro sono le aree specifiche di competenza dell’animatore sociale: culturale, sanitaria, assistenziale, educativa. Si pensi, per esempio, al ruolo fondamentale che gli assistenti sociali possono ricoprire nei centri di prima accoglienza per immigrati, ove essi agevolano l’integrazione di bambini e ragazzi; inoltre, si prodigano per migliorare la qualità della vita degli ospiti delle strutture di igiene mentale e degli anziani nelle case di riposo.
Guadagni dell’animatore sociale.
Le possibilità di guadagno di un animatore sociale non sono assolutamente da sottovalutare. Certo, bisogna avere il carattere giusto per svolgere un lavoro simile che però, oltre ad appagare il nostro altruismo, la nostra voglia di regalare un sorriso a chi è in difficoltà, potrà darci soddisfazioni anche dal punto di vista economico. Generalmente, un animatore sociale impiegato presso una struttura pubblica o privata può portare a casa uno stipendio che, in media, varia dai 1200 a 1500 euro al mese. Vi è poi la possibilità di svolgere il lavoro come libero professionista. In tal caso, l’ammontare di ogni singola prestazione lavorativa può oscillare dai 50 ai 100 euro, a seconda dell’esperienza e delle abilità acquisite. Ricordiamo però che, se optiamo per la libera professione, necessitiamo di adempiere i relativi oneri fiscali e contributivi; è perciò consigliabile affidarsi a un esperto in fiscalità, il quale potrà coadiuvarci sia al momento dell’apertura della partita Iva che successivamente.
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